Il volume affronta due grandi temi, fortemente dibattuti nella dottrina e nella giurisprudenza sin dalla vigenza del codice civile del 1865. La 'Gestione di affari altrui' e il 'Pagamento dell'indebito' hanno radici che affondano nel pensiero giuridico dei giuristi romani, interpreti del diritto antico, poi classico fino ad arrivare alla sistemazione operata dall'imperatore Giustiniano il quale ha gettato le basi del diritto occidentale moderno, a volte affiancandosi al diritto romano, altre volte in aperto contrasto con esso. E di queste alterne vicende, è testimone l'evoluzione giuridica dei due istituti oggetto della presente trattazione, offerti in una ricostruzione ragionata, alla luce dei più recenti arresti giurisprudenziali e degli apici del pensiero giuridico contemporaneo, senza dimenticarne mai le radici romanistiche che, ancora oggi, sorprendono per la loro fresca modernità. Non si tratta di un nostalgico studio dei riferimenti classici fine a sè stesso quanto piuttosto la prova che la risposta ai quesiti che il giurista degli anni 2000 si trova ad affrontare, sovente si rinviene, quantomeno in nuce, nel diritto romano. Gli istituti oggetto di disamina rappresentano strumenti operativi formidabili in settori moderni ed emblematici - ahimè - della nostra era (basti pensare al regime della ripetizione dell'indebito nel settore bancario o in quello previdenziale, settori sconosciuti agli antichi) eppure non sempre utilizzati al massimo delle loro potenzialità. Con l'evoluzione della concezione del contratto da mero accordo regolatore degli interessi privati a strumento per valutare l'equilibrio fra le prestazioni, alla luce della sua funzione sociale, anche i due istituti in parola si vestono di nuova luce, per comprendere le dinamiche di una società 'fluida' nei rapporti giuridico - economici e per offrire un sicuro strumento ermeneutico nelle mani all'interprete.