Aristotele inizia la sua indagine sulla metafisica osservando che “tutti gli uomini sono protesi per natura alla conoscenza”, e vi è quindi una tendenza naturale a conoscere. Vi sono vari gradi di conoscenza, e quella più completa è la "cognizione", cioè l’esame approfondito e valutato da più parti. Questo fenomeno, più marcato nelle scienze cosiddette esatte, riguarda anche le leggi ed il diritto. La formulazione delle leggi segue le regole della grammatica e della sintassi del linguaggio comune, ma presenta regole particolari, che sono causate dal sistema normativo equiordinato e gerarchico. Ciò comporta delle conseguenze sull’interpretazione estensiva o restrittiva, sull’applicazione analogica, e sull’intero sillogismo giuridico. La cognizione delle leggi e delle altre norme del nostro tempo è perciò una conoscenza completa delle varie sfaccettature ed anche della “costellazione” delle leggi e dei sistemi di cui essi fanno parte. Questa “cognizione” delle leggi completa può essere paragonata all’osservazione ed alla conoscenza di una statua, che deve essere osservata da diversi punti di vista. Questa prospettiva è seguita nelle cinque parti in cui è suddiviso questo saggio il cui titolo riprende l’opera letteraria di Carlo Emilio Gadda, La cognizione del dolore. La cognizione delle leggi è un percorso necessario per la conoscenza del diritto e dei problemi della giustizia, che spesso non sono risolti, ma che devono sempre essere nuovamente affrontati.