"Fermatevi e piangiamo al ricordo dell’amata e di un accampamento" è il verso con cui, secondo la tradizione, ebbe inizio nel VI secolo d.C. la letteratura che, nata in Arabia, è stata l’espressione di una civiltà diffusa dalle regioni iraniche fino all’Atlantico. Nata nel mondo tribale preislamico, questa letteratura si è arricchita, con il mutare della società, di temi e forme nuove adeguandosi alla vita intellettuale e sociale delle colte corti di califfi e di sovrani potenti.
Dopo secoli di espansione e di creazione, la letteratura araba è stata costretta ad arretrare di fronte all’avanzata di altre lingue e di altre forze. Infatti, mentre il persiano prima e il turco poi divenivano le nuove lingue letterarie delle regioni orientali, le forze cristiane avanzavano in Occidente e il potere dei Turchi si andava stabilendo nel Mediterraneo musulmano e nel Vicino Oriente. La letteratura in arabo riprenderà nuovo vigore alla fine del secolo XVIII, epoca in cui si collocano i prodromi di quella che sarà una letteratura nuova e moderna.
Questo testo ripercorre le tappe che dal VI al XVIII secolo hanno caratterizzato la cultura araba nelle sue diverse forme letterarie, in versi e in prosa, dalla poesia alla prosa letteraria, dalla letteratura amena alla critica, dalla storiografia alle relazioni di viaggio. Letteratura che è frutto di singole personalità che in arabo hanno espresso le loro passioni, ma anche quanto la società chiedeva e sollecitava a tal fine si è cercato di evidenziare i legami che uniscono questa letteratura alla vita politica e intellettuale del tempo e di delineare i profili dei più importanti letterati e poeti.