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Autore: Stecco
Editore: Piccin
Data di Pubblicazione: 2017
ISBN: 9788829928118
Pagine: 320
Questo libro è strutturato per essere d’aiuto agli allievi che frequentano i corsi di Manipolazione Fasciale. Nei primi due capitoli si riportano le informazioni essenziali per poter comprendere l’anatomia e la fisiologia della fascia, si danno consigli su come attuare il trattamento e su come compilare la cartella. Dal terzo all’ottavo capitolo si presentano le unità mf, che spostano i vari segmenti corporei nei tre piani dello spazio. Ogni unità mf ha un Centro di Percezione (CP), che corrisponde al punto dove il paziente avverte il dolore, e un Centro di Coordinazione (CC), che corrisponde all’origine della disfunzione articolare. La sede del CC è in un punto lontano dalla sede del dolore ed esso non è dolente fino a che non lo si trova con la palpazione. La sede del dolore, o CP, è a livello dell’articolazione su cui agisce l’unità mf. Su ogni articolazione operano sei unità mf: unità di antepulsione e di retropulsione, unità di lateropulsione e di mediopulsione, unità di intrarotazione e di extrarotazione. In presenza di un dolore articolare, occorre effettuare una verifica motoria, per risalire all’unità mf responsabile di quel dolore. Essa non è un test per il singolo muscolo, ma valuta la funzionalità del complesso osteo-neuro-mio-fasciale, o unità mio-fasciale, che sposta un segmento in una precisa direzione. Dopo il trattamento di Manipolazione Fasciale, molti pazienti affermano: “questo non è un massaggio”; in effetti questa terapia prevede una pressione profonda alla ricerca della densificazione della fascia. Una volta individuato il punto densificato, lo si lavora con le nocche o con i gomiti per vari minuti, fino alla scomparsa del dolore e il ripristino immediato della funzionalità articolare. La seduta inizia con la raccolta dati, riportando il movimento doloroso che risveglia maggiormente il sintomo del paziente. Ogni unità mf attua lo spostamento di un segmento in una specifica direzione; quindi questo dato, riferito dal paziente, è un elemento utile per ipotizzare il coinvolgimento di una specifica unità mf. L’ipotesi deve sempre essere convalidata dalla verifica motoria, prima di passare alla verifica palpatoria. Durante la verifica motoria si chiede al paziente di attuare il movimento doloroso riferito durante la raccolta dati. Alla fine della seduta si invita il paziente a rifare lo stesso movimento, il che serve a valutare il risultato post-trattamento. In presenza di dolori distribuiti in più segmenti, è utile trovare il piano dello spazio e la sequenza lungo la quale si dispongono questi dolori. In questi casi si chiede al paziente di attuare la verifica motoria dei segmenti più mobili. Per facilitare la localizzazione dei punti, o cc, su cui effettuare la verifica palpatoria e poi il trattamento, si riportano varie immagini anatomiche. Nelle immagini anatomiche del terzo capitolo sono riportati i tre CC che attuano, per ogni segmento del corpo umano, lo schema motorio di ante-medio-intra. Essendo il terzo capitolo dedicato alla sequenza di antepulsione, di conseguenza il lettore esaminerà soprattutto le fibre mono e biarticolari, che convergono nel CC di antepulsione (an). Quando nel quinto capitolo si studierà la sequenza di mediopulsione e nel settimo quella di intrarotazione, allora lo studente si rifarà alle immagini anatomiche del terzo capitolo per trovare i muscoli che concorrono alla formazione dei CC di medio e di intra. Si è adottata questa strategia in modo da presentare al lettore una volta sola la localizzazione reciproca dei tre CC anteriori del corpo. Nelle immagini anatomiche del quarto capitolo sono riportati i tre cc, che attuano per ogni segmento lo schema motorio di retro-latero-extra. Essendo il quarto capitolo dedicato alla sequenza di retropulsione, di conseguenza il lettore esaminerà soprattutto le fibre mono e biarticolari, che convergono nel CC di retropulsione. Quando nel sesto capitolo si studierà la sequenza di lateropulsione e nell’ottavo quella di extrarotazione, allora lo studente si rifarà alle immagini anatomiche del quarto capitolo per trovare i muscoli che concorrono alla formazione dei CC di latero e di extra. Nelle immagini anatomiche del quinto capitolo sono riportati i tre CC anteriori del segmento in esame e i tre CC del segmento successivo. Questa scelta ha lo scopo di allenare lo studente ad attuare la verifica palpatoria non solo in senso trasversale dei tre CC di ante-medio-intra, ma anche in senso longitudinale lungo le stesse sequenze. Facciamo presente che la sede del dolore è sempre manifesta, mentre la sua origine è sempre nascosta o silente; quindi il tempo che si dedica alla verifica palpatoria non è mai sprecato. Nelle immagini anatomiche del sesto capitolo sono riportati i tre CC posteriori del segmento in esame e i tre CC del segmento successivo. A queste immagini il lettore si rifà quando studia i CC del quarto e dell’ottavo capitolo. Nella patologia si verifica spesso che siano attivi entrambi i CC segnalati lungo la stessa sequenza. Nelle immagini anatomiche del settimo capitolo sono riportati i sei CC di ogni segmento analizzato in sezione orizzontale. In questo capitolo sono presi in considerazione i tre CC di ante-medio-intra. Si fa presente che nelle sezioni orizzontali la loro localizzazione può essere un po’ più prossimale o distale rispetto a dove è disegnata; il CC viene riportato ugualmente sia per mostrare i suoi rapporti con i setti e i muscoli sottostanti, sia per mostrare la sua posizione rispetto al CC antagonista. In alcune immagini (7.20, 7.50, 7.60, ecc.) abbiamo anche inserito delle frecce per evidenziare la disposizione speculare del CC agonista rispetto al CC antagonista. Nell’ottavo capitolo le sezioni orizzontali sono dedicate alla spiegazione dei tre CC di retro-latero- extra. I CC di questo schema motorio sono disposti negli arti e nel tronco nella parte posteriore rispetto ai CC di ante-medio-intra. Il nono capitolo è dedicato alla presentazione delle verifiche motorie e palpatorie comparative. La verifica motoria è chiamata comparativa, in quanto essa testa in contemporanea le sei unità mf che agiscono sui segmenti più mobili. La verifica palpatoria comparativa mette in confronto i CC di un emisoma con quelli dell’emisoma opposto. Quando si spiega la verifica palpatoria, dal terzo all’ottavo capitolo, si riporta fra parentesi il punto agopuntureo corrispondente al CC. Questo inserimento è utile in quanto qualche CC corrisponde a due o tre punti di agopuntura. In questi casi la verifica palpatoria deve ispezionare per primo il CC principale e poi il punto prossimale (p) e quello distale (d). Ad esempio, il CC re-ta si trova nella convergenza mio-tendinea dei due gastrocnemi; questo CC corrisponde al punto agopuntureo BL 57. Dal momento che la retropulsione del talo è attuata per diversi gradi lungo il piano sagittale, di conseguenza il centro di coordinazione può essere più prossimale, fra i due ventri dei gastrocnemi (BL 56) o più distale sopra il ventre del soleo (BL 58). Se si è trattato solo il CC principale, allora nella cartella si scrive re-ta; se si è trattato il CC prossimale, si scrive re-ta p. Nel tronco, dove ogni vertebra è mossa dai propri muscoli profondi, ogni CC principale può essere dislocato leggermente in senso prossimale o distale. Queste variabili del CC principale vengono presentate in quanto rendono la verifica palpatoria più libera e meno vincolata da confini prestabiliti. Nella precedente edizione di questo volume mancavano le tavole anatomiche; ora ci sono, grazie ai disegni anatomici presi dal testo Istituzioni di Anatomia dell’Uomo di G. Chiarugi e L. Bucciante.