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Autore: Burlina, Di Minno, Cirillo, Reali
Editore: Piccin
Data di Pubblicazione: 2006
ISBN: 9788829917990
Pagine: 478
Le cruente scene di caccia dipinte delle grotte preistoriche di Altamira, in Spagna. documentano che, da prima della Preistoria, I'Uomo ha dovuto confrontarsi con la necessità di favorire la coagulazione del sangue, e cioè di frenare le emorragie post-trauma (conseguenza di lotte con gli abitatori delle caverne o di guerre di sopravvivenza contro altri uomini): le menorragie. le emorragie (la parto etc. La necessità di frenare le emorragie c quindi di favorire la coagulazione. ha così facilitato la selezione di individui portatori di mutazioni (alcuni polimorfismi, ad esempio) elle riducono le perdite di sangue (nutazioni pro-coagulanti I.
Con il passare dei millenni e con il modificarsi delle condizioni di vita, il problema centrale non è stato più di prevenire le emorragie. A questo punto, le mutazioni che avevano selezionato una specie a ridotto rischio emorragico, hanno finito per diventare fattori favorenti una eccessiva coagulazione ( ipercoagulabilità): sono divenute insomma tutori di rischio di eventi trombotici (mutazioni trombofiliche). La storia delle embolie polmonari nel post-chirurgico e di alcune torme di coagulazione intravasale è verosimile che rientri in tale cornice.
Dalla conoscenza di questi problemi e dal loro inquadramento in una pro-spettiva storico-scientifica, deriva il presente volume, agile e di piacevole lettura, ricco di preziosi spunti di discussione e di ricerca e fortemente orientato a dare, ai cultori della disciplina. l'aggiornamento necessario sulla tempistica e sulle più moderne informazioni di laboratorio su questa insidiosa predisposizione morbosa e sulle conoscenze più moderne alla precoce identificazione dei portatori di patologie dell'emostasi.
Questi obiettivi sono stati raggiunti: in un avvincente percorso non scevro di curiosità e di aneddoti, la prima parte di questo volume ci conduce. dispiegando in modo chiaro e facilmente riproducibile quanto di meglio oggi sia utile fare in laboratorio, alla diagnosi di malattia dell'emostasi (tanto intesa nel senso di tendenza all'emorragia quanto di tendenza alla trombosi).
E’ evidente che il testo nasce dalle esigenze riscontrate nell'esperienza clinica e che si prefigge l'obiettivo di fornire in modo conciso ma efficace gli elementi necessari ad un rapido e corretto inquadramento clinico delle patologie dell'emostasi. L’interazione con il clinico è in tale luce importante per indirizzare correttamente il risultato di una indagine laboratoristica. evitando casi sopra- o sotto-valutazioni dei dati (interazioni con farmaci o con analisi etc). Sfrondando la complessa materia da notizie o (la indagini di rilevanza ancora controversa e di difficile interpretazione, viene dato puntualmente e puntigliosamente spazio alla interpretazione del dato ed alle sue implicazioni e limiti delle singole. metodiche.
Nel plaudire a questa iniziativa e nel ringraziare gli Autori per lo sforzo e l'impegno prolisso. mi:auguro che l'iniziativa sia ben accolta dall'intera classe Medica e che riesca a fare nuovi adepti a questo importante capitolo della Medicina Moderna.
Giovanni Di Minno
Prefazione – Parte Seconda
Sono ormai passati alcuni anni dalla prima Edizione del sesto volume del Trattato Italiano di Medicina di Laboratorio, strenuamente voluto dal compianto Prof. Angelo Burlina e tenacemente realizzato dal Dr. Massimo Piccin.
In questo intervallo di tempo, l’Immunoematologia e la Trasfusione del Sangue hanno conosciuto, così come, d’altra parte, ogni branca della Medicina e in particolare di quella di Laboratorio, un tumultuoso e continuo progresso nelle conoscenze sia pratiche che teoriche.
Per tali ragioni, l’Editore ha ritenuto doveroso caricarsi del non lieve onere di predisporre una seconda edizione del Trattato e ha voluto cortesemente affidare ancora a me il compito di sovrintendere all’organizzazione generale del volume dedicato alla Medicina Trasfusionale e di curarne gli aggiornamenti, le innovazioni e le aggiunte convenienti.
Molto della precedente stesura è stato, ovviamente, modificato. In particolare, sono stati redatti ex-novo i seguenti capitoli: 1, 7, 8, 10, 11, 12, 17 e 19 (alcuni dei quali affidati, per motivi vari, ad Autori diversi dai precedenti). È stato aggiunto un nuovo capitolo, il 14, dedicato alla biologia molecolare, le cui metodologie stanno sempre più imponendosi nei laboratori dei Servizi Trasfusionali: aggiunta, quindi, doverosa e inevitabile. In compenso, è stato cassato il vecchio capitolo 17 (Utilizzazione e valuta-zione dei risultati ottenuti con il sistema HLA nell’indagine di paternità), perché le relative ricerche sono ormai condotte a livello molecolare, come ben specificato nella -nuova elaborazione del capitolo generale dedicato alle indagini in tema di paternità controversa (che occupa oggi lo stesso numero 17, in seguito all’inserimento del -capitolo 14).
Tutto il volume, peraltro, è stato sottoposto a profonde revisioni: in modo più approfondito, i capitoli 3, 4 e 16. Soltanto il capitolo 18, relativo alla criopreservazione delle cellule ematiche, non ha conosciuto modifiche: le tecniche al riguardo, infatti, sono le stesse di anni fa.
La struttura generale del volume è stata mantenuta: così, i primi capitoli sono dedicati essenzialmente a problematiche proprie della pratica trasfusionale, mentre i successivi sono correlati più strettamente all’immunoematologia e alla immunogenetica.
Gli Autori, vecchi e nuovi, scelti in base alle loro specifiche competenze, hanno lavorato tutti con entusiasmo, professionalità, puntualità. Sono a tutti loro molto grato per queste doti e per la totale disponibilità.
Sento, comunque, il dovere di un particolare ringraziamento al Dr. Piccin per avermi voluto ancora al Suo fianco in questa impresa; un grazie di cuore alla Sig.ra Mariangela Frigo, che ha curato la stampa delle varie bozze del volume e si è sempre dimostrata efficiente, disponibile, gentilissima.
Nel presentare questa nuova stesura del volume dedicato all’Immunoematologia e alla Trasfusione, il mio pensiero non può che andare, grato, a chi non è più con noi, ma viene giustamente ricordato (come ha voluto, con profonda sensibilità, il Dr. Piccin) nelle pagine del Trattato, cioè ad Angelo Burlina, che mi aveva primitivamente affidato il compito di curare il volume.
Ritengo che questa nuova stesura rappresenti la più recente e completa trattazione dei principali argomenti di Medicina Trasfusionale e mi auguro che possa essere veramente di valido aiuto ai colleghi che si interessano di laboratorio e anche a quelli che quotidianamente curano la pratica trasfusionale e immunoematologica. Certamente, il volume viene a colmare un vuoto, non essendoci, in italiano, nessun libro espressamente dedicato alla Medicina Trasfusionale.