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Autore: Galletti
Editore: Piccin
Data di Pubblicazione: 2019
ISBN: 9788829929788
Pagine: 168
Chi pratica la Neurologia da tanti anni potrebbe avere un atteggiamento ambivalente di fronte a questo testo. Da una parte ogni contributo diagnostico non può essere che ben accetto; dall’altra ci si potrebbe chiedere: “L’ecografia del sistema nervoso periferico serve realmente? Cambia in modo decisivo il nostro approccio?”
Tradizionalmente il work-up diagnostico di una problematica del sistema neuromuscolare si basa sulla definizione del profilo clinico, a cui segue, nella maggior parte dei casi, una conferma attraverso lo studio neurofisiologico. Sebbene spesso tali elementi consentano di arrivare alla diagnosi, in alcune condizioni questo setting appare inadeguato. In particolare quando il quadro è atipico, insiste in sedi prossimali, pone il dubbio tra la natura acquisita o ereditaria o, infine, non vi sono elementi per orientarsi verso un’eziopatogenesi focale o sistemica.
Dalla fine degli anni ’90 l’esperto di sistema nervoso periferico (SNP) ha cominciato ad avvalersi di studi per immagine quali la Neurografia in Risonanza Magnetica e gli Ultrasuoni, che hanno consentito di “toccare con mano” l’anatomia normale e patologica del nervo periferico, dando consistenza e motivazione alle informazioni, in gran parte indirette e consequenziali, provenienti dall’esame clinico e neurofisiologico. Non staremo qui a confrontare le due tecniche né a dilungarci troppo sui noti vantaggi dell’Ecografia tra cui l’eccellente risoluzione, la natura dinamica delle immagini, la non invasività e il basso costo.
Vorrei solo proporre due riflessioni.
Ciò che condiziona l’affermazione di una nuova metodica, diagnostica o terapeutica che sia, è il fatto che lo specialista di settore possa acquisirla abbastanza facilmente in base al suo “know-how” ed eseguirla personalmente avendone la piena padronanza; se invece deve imparare un nuovo linguaggio, rivolgersi ad un’altra figura professionale e condividerne le decisioni diagnostiche, il percorso diventa più difficile. Ne consegue che al momento per un neurologo è più agevole apprendere la neurofisiologia, più complessa dal punto di vista di principi di base, tecnica e metodica, perché è “home made”, rispetto all’ecografia che culturalmente “appartiene” al medico radiologo o internista. Una sfida dei prossimi anni, a cui andranno responsabilmente indirizzate le nuove generazioni di neurologi dedicati alla patologia neuromuscolare, sarà quella di introdurre l’Ecografia del SNP come metodica diagnostica appropriata e specifica, seguendo il percorso che è stato già fatto per la Neuro-sonologia nella patologia cerebrovascolare o per l’Ecografia stessa in altre specialità quali Ginecologia e Gastroenterologia, in cui ora sono gli specialisti stessi ad eseguirla.
Un secondo elemento rilevante è che, così come lo studio neurofisiologico è stato a lungo considerato un’estensione dell’esame clinico, ciò si può affermare anche per l’Ecografia. In quest’ottica tale valutazione dovrebbe essere collocata, nell’ambito di un ideale algoritmo diagnostico, in una fase precoce e comunque precedente ad altri accertamenti strumentali più complessi e costosi
come la RM, lo studio del liquor o la biopsia di nervo e muscolo. Inoltre l’utilizzo sistematico consentirebbe di caratterizzare alcune patologie in base allo specifico pattern ecografico, analogamente a quanto è avvenuto con la Neurofisiologia (ad es. nella neuropatia da blocchi di conduzione).
Al di là delle poche rivoluzionarie innovazioni tecnologiche, molti dei progressi che la medicina moderna ha espresso si sono realizzati perchè due mondi, fino a quel momento paralleli, si sono messi in contatto e l’uno ha messo a disposizione le proprie conoscenze alle esigenze dell’altro. L’apertura di queste nuove rotte è di solito opera di pionieri che intravedono, profeticamente,
scenari che per i più sono inimmaginabili. Tra questi esploratori non posso non annoverare Stefano Galletti, che dopo una carriera in cui ha applicato l’ecografia diagnostica e terapeutica nella patologia muscolo-scheletrica, uno degli ambiti che hanno consacrato questa metodica, ha intuito, in tempi non sospetti, assieme a pochi altri, un mondo nuovo: il nervo periferico. La passione, la solide basi scientifiche e la grande esperienza, gli hanno permesso di maturare, in pochi anni, una piena competenza sul tema e il presente testo ne è la testimonianza.
Già prima di questa stagione il profilo professionale e scientifico di Stefano Galletti aveva raggiunto un livello assoluto, impreziosito dalla dedizione quasi missionaria alla didattica, che ha portato, nei laboratori o nelle aule dei Corsi da lui diretti, decini di medici a cui, per la prima volta, “ha messo in mano la sonda”, che da allora non è stata più posata. Il mondo neurologico ha come sua caratteristica la curiosità e la voglia di esplorare per cui sono certo che questa nuova provocazione porterà a Stefano tanti nuovi allievi fortemente interessati.
Personalmente ho avuto il privilegio di affiancare il nostro autore in una parte di questo percorso, attraverso la condivisione di casi clinici complessi, a cui ha dato sempre un contributo diagnostico decisivo. Pertanto non posso che ringraziarlo dell’arricchimento culturale e clinico che me ne è derivato e, non ultimo, dell’onore per avermi scelto per la presentazione di questo testo.