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Descrizione
Autore: Planas P-Rubini L
Editore: Libraio Ghedini Editore
Data di Pubblicazione: 2022
ISBN: 9788877801197
Pagine: 388
Prologo alla seconda edizione
«....per il suo brio si riconosce la dea...» disse un poeta dell’antica Roma
«...per il suo brio intellettuale, non per le sue conoscenze, si riconosce un dio della medicina...»
aggiungeva mio padre alcuni decenni fa parlando di René Leriche, il più illustre cattedratico di chirurgia della Facoltà di Medicina di Strasburgo.
Questa riflessione mi venne subito in mente finendo il libro di Pedro Planas, un gigante della clinica che si è occupato in tutti i suoi studi di come evitare, intercettare, correggere sia i problemi derivanti dalle deviazioni che insorgono durante lo sviluppo, sia quelli che possono essere presenti nella anatomia-fisiologica post-natale dell’apparato stomatognatico.
L’autore, in questo libro, descrive la sua azione clinica e, razionalizzandola, la rende intelligibile grazie alle giustificazioni speculative di tutte le attuazioni tecniche da lui apportate.
L’opera è innanzitutto un saggio costruito sull’esperienza personale di un grande clinico, che ha saputo sfruttare la sua creatività al servizio del paziente.
Pedro Planas è un inventore, un creativo che ci insegna instancabilmente come la visione dei problemi sia più importante della ricetta preconfezionata di un’applicazione clinica. Tutto il materiale contenuto in questo lavoro è stato strutturato in modo da evidenziare le soluzioni ideate dall’autore di fronte a vari problemi. Come ogni vero innovatore, Planas prova un interesse secondario nel confrontare le sue tesi con quelle degli altri, l’assenza di bibliografia ne è una testimonianza: lui crea, innova e ci rende partecipi della sua esperienza di clinico. Lascia agli altri il compito di collegare la sua azione a una dottrina, a un concetto, di individuarne i procedimenti tecnici, egli racconta il suo agire e mette a disposizione il suo materiale per chi vuole apprendere.
Riconosco di essere rimasto inizialmente sconcertato da alcune interpretazioni di Planas, ma in seguito, durante una mia recente visita nel suo·studio di Barcellona, mi ha dimostrato la futilità della mia reazione: i punti di disaccordo che io percepivo, erano visti da Planas come una «concessione pedagogica» che lui poteva accettare.
Si mostrava, dunque, disponibile a rivedere alcune interpretazioni, ma coerente con se stesso, si manteneva inflessibile su quello che considerava una consolidata azione clinica, giustificata dall’esperienza di tutta una vita.
Si può forse descrivere la stessa realtà attraverso due modelli razionali diversi?
Su ciò si discuteva amichevolmente, ma fermamente; seguiva attentamente le mie confutazioni, ma non sempre mi approvava.
Mi lasciava capire, con una buona dose di umorismo, che in piena maturità professionale si sentiva vicino ai pensatori eretici che basano il loro pensare sul valo-re attribuito all’esperienza. Forse non era stato considerato anche lui per molto tempo agli occhi della comunità ortodontica un «libero pensatore»?
Solo successivamente, mi resi conto che le domande che gli porgevo riguardavano prevalentemente le spiegazioni dei fenomeni, piuttosto che l’azione clinica. Mi meravigliavo per i molti «lo ignoro» riferiti alle interpretazioni e al contrario per la vivacità, la chiarezza, la precisione delle sue risposte a tutte le questioni riguardanti la tecnica clinica.
Alla fine mi lanciò la sfida: scrivere questo prologo!