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Trattato italiano di medicina di laboratorio vol 1 - Biochimica clinica generale di Burlina, Galzigna, Plebani

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Autore: Burlina, Galzigna, Plebani
Editore: Piccin
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN: 9788829920877
Pagine: 776


La Medicina di Laboratorio, termine coniato ed introdotto nel nostro Paese da Angelo Burlina, è stata recentemente definita dal Royal College of Pathologists del Regno Unito come “la scienza nascosta che salva le vite”.

La Medicina di Laboratorio è una disciplina tanto nobile e fondamentale nella moderna medicina, quanto ancora debole.

La debolezza di questa disciplina, ancor giovane a dispetto delle sue radici antiche e magistralmente ricordate nel primo capitolo di questo volume, sta proprio in questa sua scarsa visibilità. Scarsa visibilità per il paziente che non può cogliere né comprendere la centralità dell’informazione di laboratorio e la sua indispensabilità perché, ancor oggi, il rapporto fra paziente e specialista di laboratorio è mediato dal medico curante, ossia dal clinico che richiede, interpreta e poi utilizza i dati di laboratorio per la gestione del paziente, per la definizione della diagnosi e del trattamento terapeutico.

Scarsa visibilità per amministratori e gestori del Sistema Sanitario che, frequentemente, ritengono che l’erogazione di servizi di laboratorio corrisponda allo sbrigativo invito a “pigiare un bottone”, e trasmettere elettronicamente i risultati che vengono resi disponibili da strumentazioni sempre più sofisticate ed automatizzate, con tecnologie offerte “chiavi in mano”.

La Scuola che Angelo Burlina ha fondato, lavorando strettamente assieme ad una mente geniale, capace di spaziare da profonde conoscenze di chimica organica alle neuroscienze, dalla pittura alla musica ed all’insieme di quelle che erano definite “arti liberali”, e cioè Lauro Galzigna, ha permesso di orientare la pratica accademica ed assistenziale verso la giusta rotta che è e rimane l’informazione di laboratorio all’interno del quesito clinico e finalizzata al miglioramento dei percorsi di diagnosi e cura.

Fra i tanti meriti di Angelo Burlina, uno dei più rilevanti è aver creato un corpo dottrinale per la disciplina attraverso la pubblicazione di volumi ed opere, ed in particolare il “Trattato Italiano di Medicina di Laboratorio”. Il termine “trattato” già designa l’ampiezza e completezza dell’opera, a rafforzare l’idea della complessità e vastità del corpo dottrinale che caratterizza la disciplina che spazia dalla chimica clinica, alla microbiologia, alla citopatologia ed alla biologia molecolare.

La riedizione, che peraltro è una edizione totalmente rinnovata, del Volume I, “Biochimica Clinica Generale”, è stata fortemente voluta dall’editore Piccin, attento ai profondi mutamenti e progressi che sono avvenuti in queste ultime due decadi nella medicina di laboratorio e, forse ancor più, nei laboratori clinici.

Pertanto, accanto alla rivisitazione di capitoli “classici” che caratterizzano specialmente la seconda parte del volume con “richiami elementari di concetti di base per il laboratorio chimico-clinico”, la spettrometria ad assorbimento, i metodi di separazione cromatografica ed elettroforetica, in questo volume si apprezzano le innovazioni introdotte nel settore quali la spettrometria di massa ed i metodi immunometrici, che nella prima edizione apparivano quasi come tecniche sperimentali e disponibili solamente in pochi laboratori specialistici.

Ancor più convincente è la qualità della prima parte del volume “Propedeutica alla medicina di laboratorio” che rappresenta realmente il dottrinale che, a partire dal pensiero di Angelo Burlina, si è andato sviluppando attraverso il lavoro dei suoi tanti allievi, se il termine “allievi” fa riferimento all’ispirazione ad un modello di pensiero e di lavoro ritenuto di riferimento.

Leggendo i vari capitoli, infatti, non si può che apprezzare il cammino fatto dalla disciplina nella ricerca dell’assicurazione e miglioramento continuo della qualità, nell’interpretazione dei dati, anche attraverso una progressiva evoluzione del concetto dei “valori di riferimento”, e nella comunicazione dei risultati anche attraverso l’enorme sviluppo dell’informatica e dei sistemi informatici.

Anche il capitolo sul laboratorio d’urgenza rimane di grande importanza, soprattutto per le scelte organizzative e gestionali che oggi possono essere assunte per dare risposte appropriate all’urgenza ed emergenza clinica. La comparsa nello scenario di tecniche per analisi decentrate che, spesso e talora in modo inappropriato, vengono contrassegnate con il termine “Point-of-care-testing (POCT)”, del tutto nuove rispetto ai tempi della prima edizione del volume, ha avuto ed è destinata ad avere impatti drammatici e inaspettati sul modo di fare medicina di laboratorio.

La forza del Volume consiste nel mettere assieme i principi della professione, fra i quali mi preme sottolineare l’aspetto etico, con le conoscenze, di base ma anche avanzate, che gli studenti dei vari corsi di laurea e specializzazione devono apprendere, ma che anche i professionisti devono “rinfrescare”. Cesare Pavese ci ha insegnato che “L’uomo mortale non ha che questo di immortale: il ricordo che porta e il ricordo che lascia”. Il ricordo di Angelo Burlina è vivo più che mai grazie alle opere che ha scritto ma anche a quelle che ha fatto e sta facendo scrivere dai suoi “allievi”.